MOBY DICK

DOMENICA 23 MARZO 2025 - TEATRO MARIA CANIGLIA - SULMONA

03

Settembre

di Herman Melville


Regia

Guglielmo Ferro


con

Moni Ovadia

e con Giulio Corso


adattamento

Micaela Miano


Produzione

Centro Teatrale Bresciano, Teatro Quirino, Compagnia Molière  

QUANDO

DOMENICA 23 MARZO 2025 - ore 18.00

DOVE

TEATRO MARIA CANIGLIA - SULMONA

Moby Dick è la storia di un’ossessione epica che ha la fisionomia di una tragedia shakespeariana, tale è il senso drammatico dei suoi personaggi.

Moby Dick non è una balena, è una condanna, una maledizione che diventa sfida tra uomini. Il Pequod è il vascello stregato che porta la ciurma verso la perdizione. Il doblone d’oro sull’albero del Pequod e il patto di sangue dei marinai sono la chiamata mefistofelica verso gli abissi della non-conoscenza.  Achab è ossessionato dalla vendetta, è uomo empio che disconosce Dio, l’uomo dell’oltre e della violazione. Starbuck è il suo alter ego, voce della prudenza, della coscienza, testimone di una visione teocentrica che si scaglia contro la blasfemia dell’odio di Achab verso la balena bianca.

In questo Moby Dick diretto da Guglielmo Ferro, che vede in Moni Ovadia lo straordinario protagonista, la narrazione teatrale inizia sul Pequod, dove si consumerà la tragedia di tutti i personaggi – Queequeg, Pip, Ismaele, Lana caprina, Tashtego, Flask, Daggoo, Stubb, Fedallah – in un susseguirsi frenetico di tempeste, battute di caccia, avvistamenti, bonacce, canti, riti pagani e preghiere. E se nella ricerca maniacale di Moby Dick è la follia a guidare il capitano Achab, è sul piano del conflitto umano contro Starbuck che Achab conosce l’orrore: la parte recondita della sua stessa coscienza. La malattia di Achab è Moby Dick, ma Starbuck ne è la manifestazione clinica. Moby Dick gli fa male con la sua “assenza” lì dove Starbuck lo fa con la sua “presenza”.

Un conflitto posto sullo stesso piano, uno specchio dove galleggia il peccato originale… una balena bianca in un abisso nero. E poi lo specchio si crepa.

Non c’è redenzione sul Pequod, solo una fitta nebbia.